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21 mar 2016

How Do You See Me?: Sindrome di Down per sensibilizzare

How Do You See Me?: Sindrome di Down  per sensibilizzare
Sindrome di Down, storie vere per sensibilizzare è la protagonista della campagna "How Do You See Me?".
Tale iniziativa è stata realizzata insieme a DSi - Down Syndrome International e con il contributo di Down Syndrome Australia, Down's Syndrome Association (UK), Fondation Lejeune e Les Amis d'Eléonore.
 "Per includere le persone affette dalla sindrome di Down serve innanzitutto un'alfabetizzazione della società".
Protagonista è Anna Rose, ragazza con Trisomia 21 interpretata dall'attrice americana Olivia Wilde. AnnaRose mostra come vede se stessa ("Una persona come tutte le altre, con una vita importante, significativa, bellissima") e rivolge agli spettatori la domanda che ha rivolto a se stessa: 
"Voi come mi vedete?". 


 Nel video a mettere in scena la vita di AnnaRose è Olivia Wilde per stimolare la riflessione su come le persone con la sindrome di Down vedono se stesse e come invece sono spesso vittime di ingiustificate discriminazioni sulla base di preconcetti e aspettative stereotipate. In quell'occasione, CoorDown sarà presente con Martina Fuga, delegata alla comunicazione, la quale terrà uno speech dal titolo 'How to build an inclusive culture: understanding Down Syndrome through the lens of diversity' e con Sergio Silvestre, presidente di CoorDown Onlus, che commenta:
"Siamo orgogliosi di essere capofila anche quest'anno di un ambizioso progetto di comunicazione internazionale in collaborazione con altre associazioni e con lo straordinario supporto, per la quinta volta consecutiva, di Saatchi & Saatchi".
Condurre una vita fondata sul senso di appartenenza alla comunità, supportati da famiglia e amici, si riallaccia al tema dell'undicesima Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down, in programma lunedì 21 marzo 2016. Gli hashtag ufficiali della campagna sono: #HowDoYouSeeMe e #WDSD16. 
"I giovani e gli adulti con sindrome di Down possono apprendere un mestiere e impegnarsi in un lavoro svolgendolo in modo competente e produttivo". 
Storie vere di vita come quelle di AnnaRose fanno comprendere definitivamente come quella delle persone affette da sindrome di Down non debba essere considerata un'esistenza di serie B. 
Certo, alcune problematiche fisiche possono sorgere, ma la persona non è la sua malattia e la vita di coloro che ne sono affetti può essere piena di opportunità e ricca di affetto come quella di qualsiasi individuo sano. 
Ci sono lavoratori con sindrome di Down in molte professioni semplici ed anche di una certa complessità. 

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